Il libro che propongo non è un classico libro che spiega la vita nei
lager; solo i "consumatori" della cultura potrebbero scambiare questo
libro per un'ulteriore e ormai tardiva testimonianza sui campi di
concentramento.
C'è molto di più: avendo vissuto personalmente l'estrema
abiezione dei Lager, l'autore insegna che se vivere è sofferenza, sopravvivere
è trovare il senso di questa sofferenza. È questa l'esperienza che lo condusse
alla scoperta della logoterapia, il trattamento psicoterapeutico che l'ha reso famoso
in tutto il mondo. Frankl, credente e ottimista, che a sedici anni
interessò Freud, il quale ne pubblicò un saggio sul Giornale internazionale di
psicanalisi, con olfatto sano annusa il senso della vita anche là dove lo si
nega, e invita a vincere nell'oggi, insieme con il relativismo ideologico
assolutista, che è stato il "male del secolo XX", ogni cieco
determinismo scientifico-naturale, difendendo la libertà umana in una splendida
fenomenologia dell'amore.
“ .. solo pochi è rari uomini
sono in grado di raggiungere un tale livello etico, grazie alla loro eccezionale
maturità; solo pochi hanno seguito il credo della piena libertà interiore e si
sono innalzati per realizzare quei valori che la sofferenza rende possibile.”
Pag. 117
Questo libro descrive la psicologia individuale causata da
una sofferenza portata all’estremo; studia i fenomeni di decadimento interiore
delle persone sottoposte a tale sofferenza.
E’ un libro molto attuale perché la sofferenza ed il
decadimento interiore lo si vive anche oggi; situazioni psicologiche assai
simili esistono: il disoccupato, il diseredato, chi si trova senza risorse ecc…
Per queste persone risulta difficile vivere volgendosi al futuro.
Un libro che spiega tante cose.