E’ arrivata la fine del 2016, come ogni anno dobbiamo saldare (anzi
anticipare) i conti con lo stato; acconto Irpef, acconto IVA ecc.., liquidità probabilmente
necessaria per far fronte alla 13a mensilità dei dipendenti dello
stato.
Le Imposte; quante volte sentiamo dire:
"le tasse sono una cosa
bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni
indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute".
Non
è mia intenzione contestare un privilegio conquistato da sindacati del pubblico
impiego; certo tutto questo porta a dei vantaggi immediati come:
- aumento dei consumi,
- miglior condizione di vita dei dipendenti pubblici ecc..;
ma questo è “ciò
che si vede”, che si percepisce immediatamente:
rappresenta ciò che acceca gli
occhi del politico, dell’economista mainstream e del popolo.
Ma
esiste anche “ciò che non si vede”; infatti dimentichiamo sempre che quando un
dipendente pubblico spende per suo profitto 1000 euro in più, implica un
contribuente spenda per suo profitto 1000 euro in meno.
La spesa del dipendente
pubblico si vede perché si fa; mentre quella del contribuente non si vede perché
gli si impedisce di farla.
Il
contribuente, Paolo Rossi, quando consegna 1000 euro ad un dipendente pubblico
in cambio di un servizio realmente utile, è esattamente come quando consegna i
1000 euro ad un sarto per un nuovo vestito, o ad una agenzia viaggi per un
viaggio, o al panettiere per del pane ecc.
I
benefici si equivalgono:
il
dipendente pubblico
- offre
un servizio utile al paese
- ha
un potere di acquisto maggiorato di 1000 euro
Il
contribuente Paolo Rossi:
- percepisce
un servizio utile dallo stato
- il
suo potere di acquisto diminuisce di 1000 euro
Ma
quando, Paolo Rossi, consegna 1000 euro ad un dipendente pubblico per non
ricevere alcun servizio o persino per ricevere delle vessazioni; le cose non si
bilanciano:
il
dipendente pubblico
- non
offre nessun servizio utile
- ha
un potere di acquisto maggiorato di 1000 euro
Il
contribuente Paolo Rossi:
- non
percepisce un servizio utile dallo stato
- il
suo potere di acquisto diminuisce di 1000 euro
Non
serve a dire che il dipendente pubblico spenderà i 1000 euro a gran profitto
del lavoro pubblico, altrettanto ne avrebbe fatto il ladro, altrettanto ne
avrebbe fatto Paolo Rossi se non avesse dovuto pagare l’imposta richiesta.
Se
riusciamo a comprendere ciò che si vede e ciò che non si vede, possiamo percepire
che le imposte non rappresentano nessuna fonte di ricchezza del paese
(incremento del PIL ecc..) anzi in alcuni casi rappresenta un impoverimento.
Le imposte rappresentano esclusivamente un trasferimento di
denaro da una ricchezza distribuita (individui) ad una ricchezza concentrata
(dipendenti pubblici, politici, appaltatori). Sembra un assurdo se pensiamo che
le imposte sono ben volute dalle socialdemocrazie; quando queste ultime hanno
come obiettivo la distribuzione della ricchezza.
(spunto: Ciò che si
vede, ciò che non si vede di Frederic Bastiat 1801-1850)
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