lunedì 17 agosto 2015

LA SANITÀ' ED IL PROFITTO ABOLITO

La storia ha dimostrato in modo chiaro che la società retrocede quando alla classe politica è attribuito il pieno potere di dirigere il processo sociale” da Liber@mente n. 3/2015

In riferimento alla lettera apparsa nel Carlino cronaca di Rovigo relativamente al problema “ Sanità e il profitto abolito” appare evidente come parte della politica sia permeata di una ostilità implacabile nei confronti dell’attività economica privata e della libera iniziativa.
Gli ultimi avvenimenti relativi alla presunta falsificazione dei costi per le prestazioni dai pazienti in cura presso gli Istituti Polesani di Ficarolo evidenziano chiaramente che il problema della presunta corruzione non è legato al mero profitto, ma è il risultato di un connubio tra pubblico e privato, in cui il primo assume maggiore responsabilità in quanto controllore ed arbitro.
E’ importante in questi casi capire e valorizzare il ruolo dell’imprenditore, soprattutto in tempi contingenti come questi. E’ uno degli obiettivi dello stesso attuare strategie per l’abbattimento  dei costi ed affrontare periodi critici di crisi. Difficilmente un imprenditore che trae profitto dalle sue iniziative imprenditoriali, mette a rischio la propria azienda  mediante iniziative di corruzione con il settore pubblico.


Nella mia esperienza lavorativa, in particolar modo nel settore della sanità privata, mi confronto giornalmente con imprenditori e istituti privati, i quali svolgendo una attività con profitto in ambito sanitario, prestano molta attenzione alla salute dei loro pazienti,  erogando servizi a volte più efficienti e sicuramente competitivi rispetto a quelli del settore pubblico. Essi sono consapevoli che basta il minimo errore per compromettere l’intera attività.
L’impresa privata ha la capacità in ogni situazione di adattarsi alle contingenze economiche del momento. Il suo scopo non è combattere l’attività pubblica, ma di adattarsi alle condizioni create da una politica che tende alla socializzazione. L’imprenditore è l’uomo che coglie l’opportunità del momento, si sa adattare alle circostanze in cui egli al momento si trova.
E’ prevalentemente in queste situazioni particolari di crisi,  che il pubblico (funzionario o politico di turno) entra aiutando impropriamente l’attività privata richiedendo in  cambio un profitto personale. Il politico ed il funzionario utilizzano uno strumento particolare per raggiungere i propri scopi: “la burocrazia “. Un macigno sulle nostre spalle. E’ sufficiente un occhio di riguardo per far calare il peso della burocrazia e trarne vantaggio.
Quale soluzione adottare? Ipotizzare l’abolizione del profitto è assurdo, per il semplice fatto che non si può eliminare. Chi propone questo vorrebbe la completa statalizzazione della sanità in Italia.

L ‘eccessiva statalizzazione determina l’impossibilità di avere costi (prezzi) giusti e reali. Il prezzo di un bene e l’efficienza  dello stesso  ( volenti o nolenti una prestazione sanitaria è un bene ed è caratterizzata da un costo e da una propria efficienza) vengono stabiliti dal mercato e dalla concorrenza.
Anche la sanità è un processo economico ed il profitto ne è parte integrante.  Solamente le società socialiste erano prive del profitto ed abbiamo assistito la loro fine; senza il calcolo economico non è possibile gestire una società di individui.
A parer mio la soluzione da adottare è opposta, ossia dare la possibilità al privato di accedere alla pari in un settore economico prevalentemente pubblico come la sanità; ciò porterebbe ad una maggiore  competitività con l’obiettivo di migliorare i servizi ed abbattere i costi.
Questa trasformazione sta già avvenendo con la trasformazione della gran parte della case di riposo pubbliche in fondazioni; un percorso positivo se fatto con chiarezza, professionalità e legalità.
In tali condizioni  è possibile ipotizzare percorsi di accreditamento diversi;  sarebbe positivo  che l’accreditamento delle vari strutture che erogano prestazioni di natura pubblica fosse fatto da commissione pubbliche nei confronti del privato e commissioni private nel confronto del pubblico.


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