giovedì 20 febbraio 2014

IL DISASTRO SCUOLA ITALIANA

Agl’italiani viene costantemente detto che è  solo un problema di risorse destinate alla scuola — ma i dati mostrano una realtà diversa. La spesa per studente è in linea con la media OCSE: essa è di $ 84.416, rispetto a una media OCSE di $ 83.382. Ha ragione chi nota che lo Stato italiano spende poco per la scuola in proporzione sia al PIL sia alla spesa pubblica totale; ma quel che conta, per valutare se le risorse siano scarse o sufficienti, è la spesa per studente. La verità è che lo Stato spende male i nostri soldi.



Che cos’è il PISA? Il Programma di valutazione internazionale degli studenti — noto come PISA,Programme for International Student Assessment — è uno studio triennale che valuta il livello acquisito dagli studenti quindicenni, che stanno finendo il ciclo d’istruzione obbligatoria, nelle conoscenze e competenze essenziali per una piena partecipazione alla società moderna. L’indagine non si limita a verificare se gli studenti sappiano riprodurre le conoscenze: essa esamina altresí la capacità degli studenti d’estrapolare ciò che hanno appreso e d’applicare le conoscenze acquisite a situazioni sconosciute sia all’interno della scuola sia all’esterno. Tale approccio tiene conto della realtà delle economie moderne, che ricompensano gl’individui non per ciò che sanno, ma per ciò che sanno fare con le conoscenze acquisite.
Il 3 dicembre 2013 sono usciti i risultati della rilevazione PISA 2012, che ha testato le competenze degli studenti quindicenni nella comprensione della Lettura, nella Matematicae nelle Scienze. Essi consentono un ampio confronto internazionale con altri Paesi, dell’area OCSE e del resto del mondo, nonché con le rilevazioni svolte in quattro occasioni del passato (2000, 2003, 2006, 2009). L’Italia consegue una prestazione peggiore della media OCSE. Il pattern dei risultati interni all’Italia, poi, è coerente con quello delle rilevazioni nazionali condotte dall’INVALSI: ampi sono i divari territoriali, con le regioni del Nordovest e del Nordest avanti, mentre il Mezzogiorno, specie in alcune regioni, è sotto la media nazionale (sui cui valori si situa il Centro).


Le competenze dei quindicenni italiani in Matematica si situano al di sotto della media OCSE (circa il 2%, 485 punti a fronte dei 494 della media OCSE). Tra i Paesi OCSE, ottengono un punteggio inferiore all’Italia solo Svezia, Ungheria, Israele, Grecia, Cile e Messico. Solo leggermente migliori sono i risultati in Lettura e Scienze, con valori dell’Italia rispettivamente di 490 e 494, a fronte di valori medi OCSE rispettivamente pari a 496 e 499. Tra i Paesi OCSE, ottengono un punteggio inferiore all’Italia solo Cile, Grecia, Islanda e Messico, per la Lettura; vi s’aggiunge Israele nelle Scienze. Nella Matematica, l’Italia presenta altresí una prestazione significativamente peggiore per le ragazze rispetto ai ragazzi (476 vs. 494), con un divario piú ampio di quello registrato nella media OCSE: 18punti versus 11.
Per la Matematica, è anche possibile considerare dati di dettaglio distintamente per tre tipi di processi logici stimolati dalle domande poste nelle prove: «usare», «interpretare» e «formulare» strumenti matematici. Il differenziale negativo evidenziato dagli studenti italiani è marcato in particolare nella sottoscala «formulare», che prevede l’identificazione delle opportunità d’applicare e usare la matematica, ossia rendersi conto del fatto ch’è possibile applicare la matematica per comprendere o risolvere un particolare problema o sfida.
Non solo. Nei Paesi dell’OCSE, il 30% degli studenti dichiara di sentirsi incapacequand’esegue problemi di matematica; in Italia, la percentuale è del 43%. Analogamente, in Italia il 43% degli studenti riporta di diventare molto nervoso quand’esegue problemi di matematica; la media OCSE è del 31%. E, poiché gli studenti che provano ansia nei confronti della matematica tendono a evitare la materia, i corsi di matematica e le scelte professionali che richiedono competenze in matematica, gli alti livelli d’ansia degli studenti nei confronti della matematica possono avere ripercussioni non solo nel breve termine, sui loro risultati in matematica, ma anche nel lungo termine, come dimostra la mancanza di competenze in settori fondamentali del mercato del lavoro.
I risultati in Matematica sono peggiori della media complessiva nel Mezzogiorno (che in generale si caratterizza anche per una maggior variabilità interna dei risultati); sopra la media nazionale si collocano Nordovest e Nordest; sulla media è il Centro. A livello di singole regioni, i valori piú elevati li hanno la Provincia autonoma di Trento, il Friuli–Venezia Giulia, il Veneto e la Lombardia, mentre i risultati peggiori s’hanno in Calabria, Sicilia,Campania e Sardegna. Lo stesso pattern geografico generale s’ha nella Lettura e nelle Scienze.

Tratto da The Fielder  qui

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