venerdì 28 febbraio 2014

UN PO' DI AUSTERITA' NON FA MALE



Lo stimolo keynesiano degli stati e la forte pressione fiscale proposta dal FMI non ci aiuteranno ad uscire da questa crisi.

Un buon padre di famiglia, che si trova in difficoltà economica,  attiva uno degli strumenti più classici: austerità ossia risparmio.

La reale austerità comporta il taglio dei bilanci pubblici agendo sui seguenti punti:
  • riduzione degli stipendi dirigenziali (dai 2400 euro ed oltre);
  • riduzione dei benefici ai dipendenti pubblici acquisiti in modo inappropriato (14-esima, 15-esima, premi produzione, indennità ecc...).
  • eliminazione dell'indennità di malattia (ogni lavoratore dovrà aprirsi una assicurazione a copertura delle giornate di malattia) non è tollerabile che nel comune di Roma il 10% del personale sia costantemente a casa per malattia;
  • riduzione delle pensioni per importi superiori a 2400 euro;
  • vendita di beni pubblici non di rilevanza storica;
  • vera privatizzazione di società di servizi;
  • vera apertura al settore privato di servizi primari: sanità, scuola; essa comporterà una maggior competizione con conseguente miglioramento delle prestazioni e diminuzione dei costi.
Una nuova tassa sarebbe da proporre: la tassa di solidarietà, da applicare a quelle persone che sono andate in pensione prima dell'età pensionabile, a favore di un fondo per le generazioni future.

Scritto da Marco Bizzi con spunto preso da mises.org Mark Thrnton

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