Il razionalismo è
un termine che viene da ragione, lo strumento più importante del quale
disponiamo. Non dobbiamo cadere nell’errore di idolatrare la ragione umana.
Esistono due tipi di razionalismo.
Il falso razionalismo,
non scientifico, erroneo, esagerato, che ha origine nella rivoluzione francese.
Esso ipotizza una mente umana più potente di quel che è veramente. Rileva la
presunzione di un essere onnisciente. Da tale arroganza deriva lo scienticismo ed il positivismo che hanno alimentato l’ingegneria sociale e l’utilizzo
in economia della matematica, della statistica e dell’econometria.
In politica il falso razionalismo è la base del socialismo,
del comunismo, del fascismo, dell’interventismo statalista. Implica la presunzione
di poter risolvere i problemi grazie all’interventismo dello stato. Si pensa di
poter risolvere i poteri grazie all’intervento dello stato. Si pensa di poter
migliorare dall’alto , in maniera centralizzata, le istituzioni sociali nate
spontaneamente ed evolutesi lungo l’arco di diverse decine di generazioni.
Il positivismo giuridico ha contaminato anche il diritto e
ciò ha aperto la strada a conseguenze pericolosissime: se la legge è quella
dello Stato, persino lo sterminio autorizzato per legge diventa legittimo.
Invece esso non lo è, mai, in nessun caso!
Il razionalismo umile,
che riconosce i limiti della ragione umana. Le istituzioni non si possono
migliorare dall’alto, spesso con risultato di distruggerle, il loro
perfezionamento avviene a partire dal basso, in maniera evolutiva e spontanea.
Il razionalista francese cartesiano è
convinto che il diritto sia ciò che sta scritto nel codice. Non è così. Il
diritto sorge spontaneamente, si scopre e si formalizza solo successivamente.
Tratto da Lezione n. 10 " A scuola di economia" Ed, Usemlab
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